Una “Università” che è una associazione privata, senza alcun valore accademico; un “registro” privato che ha ancora meno valore; “tesi” con relatori che non hanno nemmeno il diploma.

Il problema non è questa pagliacciata (a pagamento). Il problema è se questi “operatori” si metteranno a dare consigli medici in virtù del loro “percorso di studi”.

Come scrivo ormai da oltre dieci anni, da giornalista il mio compito non è convincere né giudicare, ma informare. Se queste persone continuano ad operare indisturbate, fino alla prossima vittima, qualcun altro dovrebbe farsi un esame di coscienza.