Medico hameriano accusato di aver falsamente certificato una vaccinazione

Ricordate Pasquale Aiese, il medico che a ‘Mi Manda RaiTre’ difese le teorie di Hamer? Avrebbe falsamente certificato la vaccinazione di un bambino.

Sono ANNI che parlo di lui. Ho scritto diversi esposti all’Ordine dei Medici, ma mi hanno praticamente sempre ignorato.

L’Ordine dei Medici della Campania non mi ha risposto nel 2008, ma lo ha fatto su mia sollecitazione nel 2012. A quanto pare, nel 2008 non riscontrarono alcuna violazione deontologica. Nel 2012 hanno scritto che avrebbero convocato nuovamente Aiese, ma non si sa l’esito di tale convocazione. Li ho contattati per capire se ora si costituiranno parte civile nel processo. Ancora nessuna risposta.

Eppure, già nel 2008 Aiese mi scriveva

“Ho parlato con il Presidente dell’Ordine dei Medici che mi ha garantito appoggio e protezione dalle sue illazioni da pseudo-giornalista. Sue eventuali calunnie verranno affrontate nelle sede legali competenti.”

Qui diceva apertamente di usare le teorie di Hamer sui suoi pazienti.

Qui si vantava di un Linfoma di Hodgking non curato.

Qui diceva che il diabete insipido è dovuto al conflitto di “paura, ribrezzo” o “doversi difendere da qualcuno o qualcosa in particolare.

Di nuovo, sono ANNI che ne parlo, ma non capisco perché gli sia garantita la libertà di fare tanto del male. Di cosa ha paura l’Ordine dei Medici della Campania? Perché non intervengono?

Ilario: Ilario D’Amato è giornalista professionista e digital manager per Royal Star & Garter, una fondazione benefica che si prende cura di veterani disabili o affetti da demenza. In passato è stato multimedia editor per The Climate Group, un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si occupa di cambiamento climatico. Laureatosi in scienze della comunicazione all’università di Salerno nel 2011, ha conseguito con merito un master in giornalismo internazionale alla City, University of London nel 2013 ed un master in comunicazione per lo sviluppo all’università di Malmö nel 2017. Vive a Londra, dove ha ottenuto stage presso il Bureau of Investigative Journalism e il «Sunday Times».
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